La “giusta causa”, posta alla base dell’interruzione di un rapporto di lavoro, di fatto è un mero modulo generico. Non descrive, infatti, le soglie oltre le quali la condotta del lavoratore è rilevante ai fini del licenziamento. Per tale motivo, deve essere valutata dal giudice sia sulla base degli elementi individuati dai CCNL di categoria; sia in ordine all’analisi delle motivazioni, che hanno indotto il lavoratore ad assumere la condotta. Tale tematica è stata affrontata dalla Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 1922, depositata il 25 gennaio 2018.
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